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Giovedì, 01 Settembre 2016 04:00

SSD l'ultima frontiera della memoria di massa

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In elettronica e informatica un'unità a stato solido o drive a stato solido (in sigla SSD dal corrispondente termine inglese solid-state drive) è una tipologia di dispositivo di memoria di massa basata su semiconduttore, che utilizza memoria allo stato solido (in particolare memoria flash) per l'archiviazione dei dati, anziché supporti di tipo magnetico come nel caso dell'hard disk classico.

Ne consegue che l'altra importante differenza con i classici dischi rigidi è la possibilità di memorizzare in maniera non volatile grandi quantità di dati, senza l'utilizzo di organi meccanici (piatti, testine, motori ecc.) come fanno invece gli hard disk tradizionali. La maggior parte delle unità a stato solido utilizza la tecnologia delle memorie flash NAND, che permette una distribuzione uniforme dei dati e di "usura" dell'unità.

La totale assenza di parti meccaniche in movimento porta diversi vantaggi, di cui i principali sono:

  1. rumorosità assente
  2. minore possibilità di rottura
  3. minori consumi durante le operazioni di lettura e scrittura
  4. tempi di accesso e archiviazione ridotti
  5. maggior velocità di trasferimento dati
  6. maggiore resistenza agli urti
  7. minore produzione di calore
  8. in futuro saranno disponibili SSD con capacità di 100 TB

A fronte di una maggiore resistenza agli urti e a un minor consumo, le unità a stato solido hanno questi svantaggi principali:

  1. maggior prezzo
  2. peggiore permanenza dei dati quando non alimentati
  3. minore capacità rispetto ai dischi rigidi Serial ATA (a parità di costo)

Un elemento che viene immediatamente alla luce analizzando le prestazioni di un dispositivo SSD è la minore velocità in scrittura rispetto a quella in lettura e la sua forte variabilità in dipendenza della dimensione dei file che si vogliono scrivere. Ciò dipende dal fatto che mentre i File system dei Sistemi Operativi solitamente usano blocchi di celle dalla dimensione di 4 KiB, nei dispositivi SSD la dimensione dei blocchi è molto superiore (per esempio 4 MiB).

Possiamo affermare quindi, che gli SSD sono un componente cruciale per velocizzare il computer, oggi anche più di CPU e RAM

I benefici lato software sono evidenti e giustificano in pieno la spesa per tale tecnologia: i programmi più pesanti nel mondo Windows si aprono tutti al fulmicotone rispetto all’avvio su HDD.

Installazione

Un disco SSD è semplicissimo da installare su desktop: è sufficiente una porta SATA libera sulla scheda madre (meglio se SATA 3 per sfruttarne al massimo le potenzialità), di solito viene indicata con colore rosso o nero, ma possono essere anche bianche o blu (fate riferimento al manuale della propria scheda madre). Usate un cavetto SATA per collegare il disco; va bene qualsiasi cavetto. Ovviamente non dobbiamo dimenticarci dell’alimentazione: usiamo uno dei cavi liberi che fuoriescono dall’alimentatore (foto in basso) compatibili con tutte le periferiche SATA.

Su notebook è ancora più semplice da installare: basta di solito svitare due viti sulla parte inferiore del notebook in corrispondenza dello slot 2,5 pollici (fare sempre riferimento al manuale della scheda madre) ed installare il disco nell’apposita porta.

La compatibilità è totale su qualsiasi sistema operativo recente

Letto 5464 volte Ultima modifica il Lunedì, 16 Gennaio 2023 19:21

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